Per la gioia dei selezionatori esistono i motori di ricerca, con i quali possono frugare con un clic nel passato e nel presente dei loro candidati. Questa pratica penalizza i giovani poco attenti a tutte le informazioni esistenti sul loro conti all’interno della Rete.
Un giovane su dieci si è vista sfuggire un’opportunità di lavoro a causa della presenza online di commenti o foto sconvenienti.
E’ il risultato di uno studio condotto dall’istituto On Device Research in 6 paesi sviluppati o in via di sviluppo (Gran-Bretagna, Stati Uniti, Brasile, Cina, India e Nigeria) tra 6.000 giovani. Quest’analisi rivela che il 9% dei britannici ha perso una possibilità di lavoro per alcuni contenuti sconvenienti pubblicati, si può trattare di un tweet, di un selfie osè su Instagram o di uno status “blasfemo” su Facebook.
I giovani non si preoccupano né delle tracce che lasciano in Rete né dei rischi a cui si va in contro da un uso sconsiderato dei Social Network.
Il 70% degli intervistati ha risposto che i Social non possono avere un impatto negativo sulla propria carriera lavorativa. Essi sono, in generale, più preoccupati al giudizio di un amico che non a quello di un datore di lavoro.