“Le aziende pessime vengono distrutte da una crisi. Le buone aziende sopravvivono. Quelle migliori si fortificano” (Andy Grove, ex CEO di Intel).
Questa citazione centra in pieno la gestione della crisi. Le crisi sono situazioni in grado di determinare l’esistenza e il (nuovo) futuro delle aziende.
Vi proponiamo gli 11 consigli più importanti per una buona gestione delle crisi.
1. Essere preparati per una crisi è una scelta
Le aziende migliori sanno quant’è importante avere una buona organizzazzione in caso di crisi, sono preparate sui loro punti forti e i loro punti deboli,e scelgono di investire in ricerche e strumenti di prevenzione delle crisi.
2. Una buona Leadership inizia prima di una crisi
Incoraggiando una cultura in cui gli errori possono essere segnalati ed affrontati costruttivamente, le pratiche sbagliate sono monitorate, registrate in modo che fungano da lezione per le successive occasioni. Durante una crisi, c’è bisogno di una leadership calma e determinata, che fornisca fiducia e chiare indicazioni alle persone in azienda su come comportarsi.
3. Inizia con una diagnosi
Qualsiasi approccio ad una crisi dovrebbe iniziare con una diagnosi precisa. Cosa sta realmente accadendo? Quale tipo di crisi stiamo gestendo e qual è la gravità della situazione? Questo significa avere una chiara visione dei fatti, i soggetti coinvolti, l’impatto registrato e sui fattori che potrebbero complicare o semplificare la situazione. Questa deve essere un’analisi condivisa con tutto lo staff in modo da avere una visione collettiva dela crisi, e non permettere, per esempio, che qualcuno la veda come causa di un errore tecnico e qualcun’altro come una generica crisi settoriale.
4. Decidere in tempi di incertezza
Decisioni critiche possono far degenerare o migliorare la situazione di un’azienda. Ad esempio, la chiusura di filiali, le dimissioni del top management. Decisioni critiche sono rare,e che per questo hanno sempre conseguenze importanti . Possono essere prese correttamente solo se si è consapevoli delle opzioni a disposizione e dell’impatto della decisione su tutte le parti interessate. Per esempio occorre prestare attenzione alle decisioni importanti che possono essere adottate da altri (autorità, investitori, ecc.)
5. Concentrarsi sull’ impatto
Che impatto ha la crisi su coloro che sono coinvolti direttamente con l’operato delll’organizzazione (stakeholders) e sull’organizzazione stessa? Queste sono le due questioni chiave da esaminare. Come e in che modo viene compromesso il tuo lavoro? Come si può rimediare? E come si può aiutare coloro che sono coinvolti ? Occorre adottare misure per ridurre o addirittura evitare l’impatto a breve e lungo termine sull’operato dell’azienda.
6. Scopri la sua natura particolare
Ogni crisi ha le sue caratteristiche: un progresso lento o veloce, il coinvolgimento o meno delle autorità e la conoscenza alta o bassa delle questioni( critiche superficiali o ben dettagliate?). Adottare le misure preventivate nel piano di gestione della crisi,ma adattandolo alla specifica natura della crisi, per esempio se ci sono autorità coinvolte potrebbe essere necessario un comunicato ufficiale mentre se è una crisi che coinvolge solamente i clienti dell’azienda meglio utilizzare i canali social per rispondere in prima persona ai diretti interessati.
7. Consulta la situazione
Le organizzazioni che hanno una buona cultura della prevenzione della crisi attuano modelli di monitoraggio che forniscono vantaggi competitivi nel momento della crisi. Il monitoraggio della crisi dovrebbe infatti essere attivo, organizzato e continuativo. Una analisi costante dei media off-line e on-line è un buon punto di partenza. Ancora meglio è interagire proattivamente con i diretti interessati (centri di assistenza clienti, gli organi di controllo, gruppi di discussione, influencer, e le segnalazioni all’interno dell’organizzazione), in modo da sapere se c’è qualche questione spinosa che si sta propagando.
8. Il lavoro di squadra
Ogni crisi gestita unilateralmente dagli avvocati, tecnici o solo da professionisti della comunicazione esempio è destinata ad andare male. Il successo ha bisogno di un approccio integrato di queste discipline. Impostare un team multidisciplinare che interagisca per la gestione della crisi. Questa squadra dovrà poi agire sulla base delle mission e vision aziendali, seguendo gli stessi principi guida e le stesse priorità.
9. Lavora con una timeline ben delineata
Una crisi non scompare dopo due giorni, ma è caratterizzata da un lungo periodo di persistenza . Una timeline è uno strumento essenziale, permette infatti di tenere conto delle varie evoluzioni della crisi, permettendo cosi nelle situazioni future di sapere quali sono stati i tempi di gestione di quest’ultima, i momenti in cui essa si è evoluta ( per esempio se durante i week end si nota un aumento delle discussioni e delle proteste) e in base a quali avvenimenti specifici (per esempio un particolare evento che ha attirato l’attenzione su gli operatori di un determinato settore, o l’approvazione di un certo tipo di legge).
10. Agisci e comunica
L’azienda sopravviverà alla crisi solo facendo le cose giuste e comunicandole. Le vostre azioni saranno sotto una lente di ingrandimento. Questo significa che dovete essere consapevoli di chi comunica con chi e quando. Dovete comunicare nel modo e nel momento giusto e con il pubblico giusto. La regola d’oro è: prestare particolare attenzione a preparare le prime comunicazioni (per il personale, stampa, i politici, social network) andando a coprire quanti più possibili aspetti cercando di smorzare ogni possibile ulteriore obbiezione. Ogni parola conta.
11. Ripara la fiducia e ottieni un vantaggio
Ogni crisi segna l’inizio di una perdita di fiducia dei clienti, del personale, degli investitori, i media e gli altri. Ciò riduce l’operato dell’azienda e limita la possibilità di fare ciò che desidera. Quindi è nell’interesse di tutti che si riguadagni la fiducia generale con perseveranza e un consistente impegno. Ogni crisi andrebbe chiusa con due domande: è stata recuperata la fiducia persa? e cosa possiamo imparare da questa crisi per migliorare la nostra organizzazione?
Fonte: pubblicazione di Marco Zannoni & Dora Horjus.