Il conflitto israelo-palestinese, ormai allargato anche al Libano, non lascia inerme nemmeno l‘Unione Europea ovviamente, oltre alle questioni diplomatiche e militari, la UE ha puntato un focus particolare relativamente alle fake news che sul web si diffondono facilmente, proprio riguardo al conflitto mediorientale.
Pertanto la UE ha da subito allertato i CEO dei due social per porre un rimedio immediato e dare un riscontro relativamente a ciò che è stato fatto per arginarlo. Il tutto anche in ottica delle elezioni europee del prossimo anno che potrebbero essere notevolmente influenzate dalle false notizie che circolano su entrambi i social network.
A prendere l’iniziativa il commissario unico della UE Thierry Breton che, con una lettera, ha intimato a Zuckerberg e Musk di indicare lui entro 24 ore quali iniziative sono state intraprese per eliminare dai loro social numerosi contenuti deep fake, volti ad indirizzare l’opinione pubblica verso idee ed opinioni condizionate da contenuti non reali.
La misura è stata necessaria proprio da una settimana a questa parte, in seguito all’attacco di Hamas nei confronti di Israele, e la successiva risposta militare di quest’ultima. Evento dalla quale, si sono diffusi a macchia d’olio video ed informazioni fuorvianti, al quale, anche gli organi d’informazione hanno faticato a distinguere tra notizie vere e certificate e quelle create ad hoc per spostare l’opinione pubblica a proprio favore.
La questione del deep fake è molto complicata, in quanto non è semplice ed immediata, nemmeno per gli organi di stampa e informazione, riconoscere contenuti reali e originali da quelli falsi e totalmente o in parte inventati.
L’invito per gli utenti di tali social, è sempre quello di verificare da più fonti se ciò che si è letto o visto è stato riportato o confermato da più organi d’informazione, possibilmente noti e certificati. Un esempio sono le agenzie di stampa, quali ad esempio Ansa, Reuters, etc…, che generalmente, nel 99% dei casi riportano unicamente notizie certificate e dalla veridicità garantita.
Proprio per questo l’Unione Europea è la prima a correre ai ripari in tal senso ed invitare concretamente i gestori di social network, massimi diffusori di notizie e contenuti di questo tipo, a trovare soluzioni per arginarli.