Reputazione e risultato. Il paradosso di Colombo

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In ogni progetto imprenditoriale si tende a fare sempre il medesimo percorso mentale, valutando ogni dettaglio affinché la cosa vada a buon fine senza incorrere in errori o problemi.

Business plan dettagliati, presentazioni minuziose e briefing interminabili sono i nuovi amuleti contro l’imponderabile ed il fallimento.

Un modo di fare che tende a sovraccaricarci con il peso delle aspettative, ponendo l’accento solo e soltanto sulla qualità del risultato ottenuto.

Stephen M.R. Covey, nel suo Speed of trust, afferma come il risultato sia un elemento cardine per la costruzione della credibilità. Un principio fondamentale che porta a misurare il valore morale di un’azione solo in base ai suoi effetti concreti.

Secondo l’etica del risultato ciò che conta non è solo l’intenzione con cui si agisce (altro elemento fondante della credibilità), ma soprattutto l’impatto che l’azione ha sulla realtà.

Va però ricordato che ci sono idee che nascono con grandi aspettative ma che, per diverse ragioni, non possono ritenersi soddisfacenti dal punto di vista del risultato.

Pensiamo, su tutti, alla spedizione di Cristoforo Colombo. La sua traversata fu finanziata principalmente dai sovrani di Spagna, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, con un costo totale stimato intorno a 2 milioni di maravedí. Una somma davvero significativa per l’epoca che, in un’ideale conversione moderna, potrebbe attestarsi su una cifra di poco superiore ai 2 milioni di dollari.

Eppure il risultato di quell’impresa non fu eccellente.

Pur avendo una portata straordinaria, l’obiettivo non fu raggiunto. Colombo di fatto non scoprì le Indie.

Ma possiamo forse dire che la sua credibilità è stata intaccata da questa falla? Certo che no.

Tralasciando considerazioni legate alle conseguenze politiche della sua scoperta, Colombo ad oggi rappresenta il prototipo dell’esploratore. Il navigatore per eccellenza. Un punto di riferimento. Una sorta di “love brand” del settore.

La sua impresa è servita da impulso nello sviluppo, prima teorico e poi pratico, di un nuovo mondo.

In alcuni casi il raggiungimento del risultato non può essere l’unico parametro cui affidarsi nella costruzione di una reputazione.

L’integrità della condotta professionale unita alla costanza ed alla continuità nel lavoro sono elementi che spostano verso l’alto l’indicatore della reputazione. Il tutto unito alla capacità di essere fonte di ispirazione per gli altri, contribuendo alla crescita collettiva.

Ogni buona idea che non raggiunge il risultato lascia un insegnamento, una lezione, uno spunto da cui ripartire. Il suo valore è direttamente proporzionale alla percezione del  brand.

Più l’idea sarà di ispirazione, più la reputazione ne trarrà beneficio.

Marco Tomasone
Marco Tomasone
Brand Designer | Personal Branding Specialist | Consulente Digitale | Speaker
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